Consumiamo molto, troppo sale. Un condimento che rende più saporiti i nostri piatti ma che allo stesso tempo, se consumato in quantità esagerate, ha sul nostro organismo un effetto dannoso.
In Inghilterra, grazie ad alcune campagne governative e non, sono riusciti a ridurre del 15% il consumo medio di sale e ciò ha portato come conseguenza benefica una riduzione del 40% di decessi per malattie cardiache.
I ricercatori sono convinti che il più grande contributo alla diminuzione dei decessi è stata ladiminuzione della pressione sanguigna, dovuta al minore consumo di sale anche se nello stesso periodo di tempo si è notata una diminuzione di altri fattori di rischio come il colestrerolo e il fumo a beneficio di un consumo maggiore di verdura e frutta.
«Alla luce di questi risultati possiamo dire che ridurre i livelli di sale alimentare ha avuto un ruolo importante nella caduta della pressione arteriosa, e probabilmente anche nella riduzione di ictus e cardiopatie ischemiche verificatasi nel contempo» ha dichiarato in un articolo Feng He, autore dello studio.
Nonostante la riduzione evidenziata, il lavoro di informazione sui danni del consumo eccessivo di sale e l’opera di convincimento sulle ditte produttrici affinche riducano il sale presente negli alimenti confezionati non è ancora terminato. Ci sono infatti ancora troppe persone (il 70% degli adulti inglesi) che ogni giorno superano i 6 grammi di sale (troppo secondo gli esperti) e, tra l’altro, l’80% di questa sostanza viene introdotta non troppo coscientemente, dato che si trova nascosta nei più comuni cibi trasformati.
Il vero problema sul quale è necessario agire è proprio questo: la maggior parte degli alimenti confezionati che consumiamo contiene sale che si va ad aggiungere al quantitativo che già utilizziamo per condire pasta, verdura, ecc. Un altro motivo per ridurre sempre più il consumo di alimenti confezionati prediligendo invece i prodotti freschi.